Scrivere un articolo sull’allenamento funzionale oggi potrebbe sembrare superfluo, riviste, siti internet, insegnanti e non, né parlano in continuazione.. eh si, l’allenamento funzionale è sulla bocca di tutti.
Ma siamo veramente sicuri che chi lo propone abbia capito veramente i principi di questo modo di allenarsi?.. e ancora, siamo sicuri che questo tipo di allenamento sia veramente utile per i nostri clienti o allievi?..
Ho cominciato ad avvicinarmi a questo modo di allenarsi a metà degli anni 90, e per certi versi posso dire che sono stato un “pioniere”, come pochi altri in Italia.
Iniziamo con il dire che il termine funzionale in realtà vuole dire tutto e nulla, quando mi sento dire “io faccio allenamenti funzionali”, mi viene sempre di rispondere “funzionali a che cosa?”
Credo che il termine più esatto potrebbe essere quello di “allenamenti di forza integrata”, ovvero, esercizi che mirano ad integrare più funzioni contemporaneamente, questi esercizi spingono i muscoli a lavorare in maniera sinergica e integrata, migliorando le prestazioni nelle azioni quotidiane.
Quello che però non è mai stato chiaro a molti, e che le funzioni, o la funzionalità così tanto ricercata è molto diversa da persona a persona. Se dovessi allenare un giocatore di basket, è naturale che il mio programma di lavoro si orienterebbe sul migliorare le azioni che il giocatore utilizzerà durante la partita, mentre se alleno una casalinga, il mio programma di lavoro sarà molto diverso dal precedente, e si orienterà a migliorare le azioni a cui dovrà fare fronte la signora durante la vita di tutti i giorni. Potremmo quindi definire il lavoro di forza integrata come un lavoro che migliora le funzioni personali di ogni singolo soggetto. Ho sempre affermato, e né sono convinto, che non esistono esercizi sbagliati, ma al contrario esistono esercizi male proposti o inseriti in piani di allenamento a persone che non sono pronte per eseguirli.
A seguire le mode del momento si rischia sempre di esagerare, ci si dimentica dei principi di base e si tenta di fare eseguire a persone comuni esercizi non comuni!
Ho visto molte mode passare in questi 28 anni di professione, è quello che ho sempre notato è di come si tende ad enfatizzare i programmi del momento, a dimenticare quello che c’era prima, fino alla nuova moda.
Per fare un esempio, oggi nella maggior parte dei club della nostra penisola, alcuni degli esercizi più eseguiti sono i burpee, i salti sul box o plio, o i pull up, per carità tutti esercizi validissimi, non ho personalmente nulla contro di loro, ma esaminiamo per un attimo la loro esecuzione e i soggetti a cui vengono proposti.
Difficilmente ho visto allenare degli atleti in palestra, tra tutti i miei clienti forse ne ho uno o due, ma tutti gli altri possiedono una muscolatura profonda molto debole, spesso soffrono di patologie derivanti da asimmetrie posturali (cattiva distrubuzione dei carichi), sono “professionisti della posizione seduta” (il loro lavoro li porta a stare seduti per ore), e spesso a causa del lavoro e degli impegni famigliari hanno tralasciato da un po' gli allenamenti.
Fare eseguire a questi soggetti un burpee, non farà altro che peggiorare la loro condizione, nel momento in cui le persone devono flettere il tronco per andare ad appoggiare le mani al suolo, il loro corpo, che possiede muscoli deboli e rigidi, cercherà di attuare delle compensazioni, utilizzando muscoli che non dovevano essere utilizzati. Successivamente, gli verrà chiesto di saltare indietro per passare nella posizione del Push up, ma anche in questo caso, la muscolatura debole della core zone (tronco e addome) non sarà in grado di “stabilizzare” andando così a sovraccaricare la struttura articolare, in questo caso specifico la colonna vertebrale, in particolare la porzione lombare. Naturalmente le stesse compensazioni si avranno durante la fase del ritorno e per tutta la durate dell’esercizio…. pensate a quando si eseguono 8/10 ripetizioni……
Accadono più o meno le stesse cose quando viene chiesto di “saltare” sopra un box. I salti sviluppano una particolare caratteristica della forza: la forza esplosiva. Il lavoro pliometrico (questo e quello che si cerca di eseguire durante dei balzi), è uno splendido allenamento, ma nuovamente ci stiamo dimenticando a chi lo stiamo proponendo. Mi fa sorridere di come si dica sempre alle persone di non correre su un tapis roulant, proprio per evitare continui stress ripetuti ala struttura, e poi di come venga ignorata questa cosa durante i salti sul box.
Trovo invece molto particolare il caso dei pull up..
conosco poche persone che riescono ad eseguire i push up (flessioni o piegamenti sulle braccia) in maniera corretta. La difficoltà risiede in parte nella poca forza che le persone hanno negli arti superiori, con l’aggiunta di una debolezza della parte centrale del corpo (core zone), la quale non riesce a fissare la posizione trasferendo il carico sulle vertebre lombari. Appurato tutto ciò, la domanda che spesso mi pongo è: ma se non riesce il soggetto a “spostare” circa il 50% del proprio peso corporeo (cosa che avviene durante l’esecuzione di un push up), come potrà mai sollevare il 100% ?….
Credo che bisognerebbe utilizzare meglio la conoscenza relativa alla fisiologia e biomeccanica del movimento, e anche quando la conoscenza è limitata, il buon senso potrebbe essere di grande aiuto.
Controllare come si trova la muscolatura del cliente o allievo dovrebbe essere la priorità, fare eseguire i movimenti in maniera lenta e controllata, la velocità non è mai una buona alleata, essa spinge il corpo a compensare per eseguire il movimento proposto.
Focalizzarsi sulla qualità del movimento invece della quantità potrebbe essere molto d’aiuto; e come sono solito dire:
“ non è mai importante quanto ci muoviamo, ma come..
se facciamo attenzione al “come”, il “quanto” verrà da se ”
Buon allenamento
Calle